lunedì 4 novembre 2024

Il caprone dalle corna lucenti

In diverse zone d’Italia, in particolare sulle Alpi e sull’Appennino tosco-emiliano, si racconta dell’inquietante apparizione notturna di una capra dall’ispido pelo nero, che seguiva chi tornava a casa tardi la sera, senza tuttavia mostrarsi, o gli si parava davanti, spaventandolo a morte.
A San Romano, in Garfagnana, veniva chiamata Camiscin ed era descritta come un capretto nero “che quando incontra una persona batte lo zoccoletto per terra e fa schizzare scintille. Si dice che faccia così perché vuole essere seguito nel bosco dove poi scompare quando passa di fronte a una croce o a una maestaina. Era considerata una entità demoniaca e lo si poteva incontrare più di frequente nei pressi di un metato.

Secondo un’altra testimonianza, a Petrognano, nel 1950, si poteva incontrare una capra nera, che accompagnava i viandanti lungo certe vie. “Una notte di luna, nei pressi del cimitero, una donna si trovò a passare di lì con suo marito. All’improvviso vide una sagoma nera che avanzava verso di loro. (…) quando l’animale andò loro incontro facendoli cadere, si accorsero che era un grosso caprone nero, minaccioso, con due cornoni rossi come i tizzoni del caminetto.
Venne chiamato il prete, che effettuò i suoi esorcismi, e il caprone non comparì più.

La leggenda garfagnina più interessante racconta quanto segue:
Un uomo tornava a piedi dall’Emilia dove era stato a fare un mercato. Era notte avanzata e in giro non c’era più nessuno. La montagna era silenziosa e dal Passo delle Radici scendevano fredde folate di vento. Dopo aver superato il passo ed essere sceso dalla Boccaia gli sembrò di essere seguito da qualcuno. Si girò ma non vide nessuno. Eppure i passi li udiva distintamente, anzi si facevano sempre più marcati e vicini. Era ormai vicino a casa e si decise ad affrettare il passo. In poco tempo arrivò alla sua casa sotto il Colle di Zari e svelto chiuse la porta, ma forte si fece la curiosità di scrutare se fuori della finestra qualcuno lo stesse spiando. Quando si affacciò vide un caprone con delle corna così luminose che illuminavano tutto ciò che gli stava intorno.

La capretta, o il caprone nero, che nelle leggende riportate appare lungo la via nel buio della notte, non sembra fare alcun male. Desidera essere seguito nel bosco, forse per mostrare qualcosa – una via nascosta, che tuttavia svanisce non appena compare la cristiana croce. Oppure corre incontro e fa perdere l’equilibrio, portando scompiglio e sovvertendo la banale normalità. Nell’ultima leggenda le sue corna sono talmente lucenti da illuminare ogni cosa gli stia attorno. Solitamente l’animale è possente, emana un potere che spaventa e che appare oscuro ai più. Eppure la luce sfolgorante che emana suggerisce qualcosa di diverso. Una reminiscenza, forse, di una conoscenza antica, illuminante, e dunque proibita, spesso rifiutata, che tuttavia ancora scalpita e insegue, e che forse, se seguita e ascoltata, potrebbe trasmettere ciò che poche avrebbero il coraggio di apprendere.

Le leggende sono raccolte da Paolo Fantozzi, Storie e leggende della Garfagnana, Apice Libri, Sesto Fiorentino, 2024, pagg. 13-14.

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