La tradizione vuole che le streghe cavalcassero diversi tipi di animali nei loro voli notturni, nei quali si identificavano a tal punto da riuscire, secondo certi racconti e testimonianze, a prenderne le sembianze. Uno degli animali più vicini alle streghe è senza dubbio la capra. Non tanto il caprone nero che incarnava lo spirito selvaggio della natura – che poi divenne il diavolo cristiano – e che guidava i sabba notturni, ma la capra come alleata, compagna e spirito animale che certe streghe si credeva avessero. Come narra, fra le tante, anche questa leggenda toscana.
“Un tempo, lungo il sentiero che dal monte Matanna scendeva al paese di Pomezana, si poteva incontrare sul far della notte una donna che cavalcava una capra e che velocemente raggiungeva la cima del monte, dove insieme ad altre streghe accendeva il suo lumino incutendo paura e stupore nelle buie notti del passato.”
È anche noto nella nostra tradizione che le streghe accendessero un lumino o reggessero un lumino, talvolta che si tramutassero in lumicini bianchi o colorati. Alcune testimonianze raccontano di strani lumi che volavano e si inseguivano in cima alle montagne o in certi boschi isolati, e si dice che fossero le anime delle streghe, mutate in piccole luci per danzare e gioire nelle notti delle loro adunanze segrete.
La testimonianza orale citata sopra proviene da S.P., 78 anni, è stata raccolta nel 1999 a Stazzema da Paolo Fantozzi ed è riportata nel suo libro Storie e leggende della Versilia, Le Lettere, Firenze, 2005, pag. 183.
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